Tutto Rugby

foto prof. Daniela Bevagna

A TUTTO RUGBY.

In occasione del cinquantennale dalla nascita del CUS Perugia Rugby l’Istituto comprensivo B.Bonfigli di Corciano ha accolto la proposta della società di avvicinare gli studenti alla conoscenza e promozione del gioco del rugby. Nelle tre mattinate del 24-25-26 settembre tutti i ragazzi dell'Istituto, divisi per età accompagnati dai docenti, hanno avuto l'opportunità di sperimentare direttamente sul campo del percorso verde, sotto la guida di allenatori-educatori professionisti, questo sport. L'esperienza ha rappresentato per tutti i ragazzi uno splendido momento di socializzazione.

Tornati in classe, queste sono state le impressioni degli alunni:
 

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Una regola che caratterizza questo sport e lo differenzia, ad esempio dal calcio, è che nessuno all'infuori del capitano può parlare e tanto meno contestare l'arbitro. Se qualcuno lo fa, tutta la squadra viene penalizzata. Quindi pagano tutti per le intemperanze di uno.

 

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Noi abbiamo giocato senza porte, senza mischie, senza "toche" (rimesse laterali), senza colpi e con numero ridotto di giocatori, maschi e femmine insieme.

Durante l'allenamento abbiamo imparato a correre, saltare, rotolare nel fango, cadere senza farci male ed è stata una cosa magica!

 

  
 

  
 

In questo sport vincere è partecipare e si gioca per divertirsi. Ognuno di noi ha avuto un compito da portare a termine, nessuno doveva arrivare prima degli altri, piuttosto la vittoria stava nel non lasciare indietro nessuno.

Gli allenatori sono stati super. Ci hanno fatto sentire completamente sicuri e durante il gioco eravamo sempre tutti sorridenti, nessuno di noi ha mai interrotto il gioco per andare al bagno o a bere!

 

 

C'era una scritta, che all'inizio non abbiamo capito, diceva: "Chi pensa di avere un figlio campione è pregato di accompagnarlo in un'altra società". Poi ci hanno spiegato che questo è uno sport dove tutti i ragazzi sono campioni perché si aiutano tra di loro, e i genitori non si devono vantare della bravura del proprio figlio ma devono tifare per tutta la squadra.

 

Io all'inizio pensavo che fosse uno sport da maschi, mi sembrava violento, poi ho affrontato con orgoglio lo scontro fisico, pensavo di avere paura del contatto poi invece mi ha fatto sentire molto sicura di me. Nel mini rugby le manovre più rischiose sono vietate: non c'è la mischia e anche i "colpi" sono vietati.

 

Ci hanno spiegato cos'è il terzo tempo e mi è piaciuto moltissimo, non c'è in nessun altro sport, almeno che io sappia, è il tempo in cui, alla fine dell'incontro, si mangia insieme, si fa amicizia e quelli che prima erano gli avversari diventano ottimi amici, insomma è una vera festa!

 

Come tutti gli sport di squadra, il rugby crea coesione, fa nascere amicizie, insegna la solidarietà e a relazionarsi con gli altri. E allo stesso tempo a rispettarli.

 

Il fattore del rischio è stata un'occasione per parlare di sicurezza e rispetto dell’altro: e queste due cose sono sempre presenti in questo sport. Evitare di far male e di farsi male è un principio imprescindibile. Si ‘lotta’ certo, ma con un amico, non con un nemico, e questa differenza è fondamentale.

 

A differenza di molti altri sport di squadra, il rugby insegna l’equità: tutti i giocatori sono protagonisti di un’azione, tutti hanno la possibilità di prendere la palla e correre, passarla, difenderla.

 

Mi sono sentita stimata e sicura, ho imparato a credere nelle mie capacità. Nel rugby ti puoi sfogare e sporcarti, quando ti getti a terra ti senti un eroe. Insomma, si sta proprio bene. Evviva il rugby ed evviva la scuola che ce lo ha fatto conoscere!

 


Documenti allegati:
Documento allegato ...rugby_sabato28settembre2019_(1).pdf

Categoria: Scuola Secondaria I gradoData di pubblicazione: 28/09/2019
Sottocategoria: Attivitá e laboratori a.s. 2019/2020Data ultima modifica: 28/09/2019 12:02:16
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